Le prime tracce dell’Iridologia le troviamo nell’antico Egitto. Ovviamente in queste antiche età l’unico sistema era un’accurata osservazione ad occhio nudo, si potevano distinguere solo le alterazioni più grossolane ma che furono evidentemente sufficienti a far nascere questa scienza. Successivamente vennero in aiuto dei medici le lenti di ingrandimento che, insieme ad una fonte di luce, sono ancora oggi usate da qualche iridologo, anche se il numero di coloro che si avvalgono di questi strumenti elementari si va riducendo sempre di più, poiché essi permettono di ottenere una quantità di dati piuttosto limitata rispetto alle moderne conoscenze, ma rimangono le uniche utilizzabili nell’esame dei piccoli pazienti.
L’invenzione della lampada a fessura, il microscopio usato ancora oggi dagli oculisti, ha acconsentito di avere forti ingrandimenti che permettono di avere una visione adeguata di tutte le strutture dell’iride, anche le più piccole, e questo ha portato oltre che a una maggiore precisione diagnostica anche a una sua evoluzione con nuove interessantissime scoperte.
Per molti anni il problema dell’iridologia fu quello di conservare le immagini delle iridi per confrontarle, creare classificazioni, statistiche e un metodo di studio. Inizialmente l’unico sistema era quello di disegnarle ma per mia fortuna, quando intrapresi questa strada potevo già utilizzare la macchina fotografica, visto che come disegnatore valgo poco, per catturare l’immagine delle iridi.
Anche la fotografia, però, aveva i suoi limiti. Esistendo solo macchine con i rullini non si poteva rivedere l’immagine immediatamente, la si poteva archiviare per confrontarla successivamente ma la diagnosi andava comunque effettuata in visione diretta.
Al Centro Engel di Forlì, io fui probabilmente uno dei primi a utilizzare la telecamera con nastro VHS per registrare le sedute, in questo modo tramite il fermo immagine era possibile vedere le immagini sul momento mostrandole anche al paziente stesso.
Oggi questi problemi sono stati ampiamente superati e risolti dall’arrivo di computer sofisticati con schede video che permettono di digitalizzare le immagini e programmi specifici per questo tipo di lavoro.
Grazie a questa evoluzione sono nati anche alcuni programmi di diagnosi automatica che, anche se sono sicuramente limitati, hanno aiutato a raccogliere masse enormi di dati aiutando chi è alle prime armi, come nel caso della Russia, ma di questo magari approfondiremo più avanti.
Resta il fatto che l’iride è talmente complessa e completa da permettere ad un iridologo esperto di fare tante correlazioni e capire il paziente in modo completo, e ciò è fuori portata da qualsiasi programma automatico. Però, come si è detto, questi mezzi offrono il vantaggio di costruire preziosi archivi di immagini indispensabili per la ricerca per avere in futuro diagnostiche sempre più precise.
Dott. Massimo Tramonti